Dovremmo imparare a spogliarci.
Intendo, nel bel mezzo di una folla, non dentro un’intima camera da letto con “Heroin” dei Velvet in sottofondo e la tua puttana di turno che chiede di bere.
Dovremmo alleggerirci, toglierci tutto di dosso. Basta camminare storpi per sfilare in centro con la borsa griffata colma di aggeggi inutili e gioiellini tecnologici.
Dovremmo percorrere la via principale della nostra città spogliandoci, nella folla, gettando per prima cosa tutto ciò che abbiamo in borsa, poi la borsa stessa; poi via il giubbotto, e la cravatta, e la camicia. Via le scarpe, le calze; li senti i sassolini che ti si conficcano nella carne? Sei vivo: era lo stesso prima?
Adesso via i pantaloni, e le mutande: fai vedere il tuo cazzo a tutti, e il culo. Ti senti più leggero? No, certo, con tutti quegli occhi che ti puntano addosso come cecchini: tu sei il pericoloso disturbatore di una giornata normalissima.
Non è abbastanza. Non sei tu. Non ancora.
Dovresti strapparti i capelli, conficcandoti il cuoio capelluto con le unghie e strappando forte: ecco, ora sei ancora un po’ più vivo. Tocca alla tua pelle, e poi ai muscoli, uno per uno. Via le cervella: non sono lì dentro le tue idee. Via il cuore: non è lì dentro Giulietta. Via le budella: non è certo lì la tua essenza.
Ora guardati, guarda com’eri nascosto bene in un groviglio di nervi e sangue: sei una luminosa goccia d’anima, ora puoi tutto, ora tu sei il tutto, finalmente padrone di te stesso.
E' proprio vero. Facile legarsi alla "materia", innamorarsi di manichini, gente stereotipata, priva di personalità, creatività, senz'anima. Un mare colmo d'apparenze e falsa perfezione, dove raro è trovare chi riesca a scorgere La piccola goccia nell'immenso oceano. Il diamante risiede nell'anima.
RispondiElimina