venerdì 3 giugno 2011

Spogliati

Dovremmo imparare a spogliarci.
Intendo, nel bel mezzo di una folla, non dentro un’intima camera da letto con “Heroin” dei Velvet in sottofondo e la tua puttana di turno che chiede di bere.
Dovremmo alleggerirci, toglierci tutto di dosso. Basta camminare storpi per sfilare in centro con la borsa griffata colma di aggeggi inutili e gioiellini tecnologici.
Dovremmo percorrere la via principale della nostra città spogliandoci, nella folla, gettando per prima cosa tutto ciò che abbiamo in borsa, poi la borsa stessa; poi via il giubbotto, e la cravatta, e la camicia. Via le scarpe, le calze; li senti i sassolini che ti si conficcano nella carne? Sei vivo: era lo stesso prima?
Adesso via i pantaloni, e le mutande: fai vedere il tuo cazzo a tutti, e il culo. Ti senti più leggero? No, certo, con tutti quegli occhi che ti puntano addosso come cecchini: tu sei il pericoloso disturbatore di una giornata normalissima.
Non è abbastanza. Non sei tu. Non ancora.
Dovresti strapparti i capelli, conficcandoti il cuoio capelluto con le unghie e strappando forte: ecco, ora sei ancora un po’ più vivo. Tocca alla tua pelle, e poi ai muscoli, uno per uno. Via le cervella: non sono lì dentro le tue idee. Via il cuore: non è lì dentro Giulietta. Via le budella: non è certo lì la tua essenza.
Ora guardati, guarda com’eri nascosto bene in un groviglio di nervi e sangue: sei una luminosa goccia d’anima, ora puoi tutto, ora tu sei il tutto, finalmente padrone di te stesso.

1 commento:

  1. E' proprio vero. Facile legarsi alla "materia", innamorarsi di manichini, gente stereotipata, priva di personalità, creatività, senz'anima. Un mare colmo d'apparenze e falsa perfezione, dove raro è trovare chi riesca a scorgere La piccola goccia nell'immenso oceano. Il diamante risiede nell'anima.

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